C’era un tempo in cui, nel Teatro di un borgo ormai dimenticato, viveva una giovane giullare dal volto candido e dallo sguardo profondo. Non aveva nome, semplicemente perché era muta, non aveva voce per pronunciarlo. Tutti la chiamavano soltanto “la bambina muta del teatro”.

Il suo compito era semplice e crudele allo stesso tempo: far ridere. Non con le parole, che non possedeva, ma con i gesti, con il ritmo dei suoi passi, con le smorfie delicate tracciate sul volto. Bastava che comparisse tra le tende cremisi per far scoppiare il pubblico in risate.
Ma non ridevano di gioia. Ridevano per dimenticare, ridevano per non guardarsi dentro, ridevano per soffocare le proprie lacrime.

Ogni sera il teatro si riempiva, e ogni sera la bambina offriva sé stessa, inventando storie buffe e tragiche insieme. Era lei a creare i mondi, a trasformare il palco in regni e in sogni, a dare vita a personaggi che non sarebbero mai esistiti senza di lei. Eppure, quando le luci si spegnevano, restava soltanto un grande silenzio. Era come se fosse stata un’ombra, utile soltanto per riempire il vuoto di chi la osservava in quel momento.

Col tempo, la risata degli altri si fece per lei un fardello. Non era più un dono, ma un peso che la spezzava dentro. Finché, un giorno, quando l’ultima candela del teatro si consumò  il sipario per quella bambina, calò per sempre e rimase li, sospesa. Non più bambina, non più giullare, ma eco di tutte quelle serate, di tutte quelle risate spezzate e di quei sospiri che nessuno aveva mai ascoltato.

Ora non inventa più storie ma custodisce quelle degli altri: raccoglie le risa interrotte, i sospiri inghiottiti, le parole rimaste sospese nell’aria.
La sua veste rossa e nera ricorda al mondo che la vita è sempre dualità — gioia e dolore, applausi e silenzio, presenza e oblio.

Chi la incontra oggi non vede più una semplice maschera, ma ciò che di una maschera resta quando il tempo si è già portato via tutto il resto: l’impronta invisibile, fragile e commovente, di chi ha donato la propria esistenza perché gli altri potessero ridere almeno una volta.

Realizzata a mano, volto e arti in porcellana, corpo imbottito in stoffa. Fattura ispirata alle bambole antiche, vintage. Bambola artistica, da Collezione, pezzo unico. 

La sua Custode riceverà anche il Certificato di Autenticità e la Memoria dell'Anima, e più precisamente il sigillo ufficiale e la storia che custodisce la sua Essenza.

E' alta circa 58 cm.

Non è un giocattolo ma una Bambola Unica da esposizione, per adulti. E' stata creata con estrema cura e amore. E se ora sei qui, molto probabilmente ti ha già scelto.