Carola non arrivò con un passo. Arrivò con un silenzio.

Fu trovata in un corridoio lungo e antico, dove le porte sembravano tutte uguali eppure nessuna conduceva nello stesso luogo. Le pareti avevano il colore del tempo, e l’aria portava quell’odore lieve di stoffe chiuse nei bauli, di legno consumato, di notti che si ricordano da sole.

Carola era lì, immobile, come se avesse aspettato per anni la stessa domanda.

I suoi capelli neri scendevano lisci, pesanti, come un velo che non cerca di nascondere… ma di proteggere. Sul volto pallido, gli occhi portavano il segno di lacrime che non bagnano la pelle: colature scure, tracciate come inchiostro, come se il dolore avesse scelto di diventare elegante, per non urlare. Era quella malinconia composta che appartiene a chi ha imparato a restare in piedi anche quando dentro tutto cede.

Indossava un abito antico, color bronzo e ombra, malconcio, sporco dal tempo sui suoi fragili pizzi un tempo bianco candido: maniche gonfie, pieghe che sembrano raccogliere ogni sospiro e trasformarlo in tessuto. Ogni dettaglio parlava di una cura quieta, di una bellezza non ostentata ma custodita, come una candela tenuta lontana dal vento.

E tra le mani… la sua Planchette che stringeva come si stringe un ricordo, come si stringe una promessa fatta sottovoce. La planchette aveva la forma di un piccolo cuore d’oscurità, inciso dalla parola Ouija. Carola non invoca presenze: Carola ascolta.

Perché la planchette, per lei, non è una porta “verso fuori”.
È una bussola “verso dentro”.

Scivola sulle domande che le persone non hanno il coraggio di formulare ad alta voce:
“Perché mi sento così?”
“Dove ho lasciato la parte più vera di me?”
“Chi mi ha insegnato a chiedere scusa per esistere?”

Carola sa che certe risposte non arrivano come frasi. Arrivano come brividi, come immagini, come la sensazione improvvisa di essere compresi senza spiegarsi. E lei, con la sua planchette, non pretende di decidere la verità: accompagna soltanto chi la guarda a ritrovare la propria.

Si dice che, nelle notti più quiete, il corridoio in cui è stata ritrovata sembri respirare. Le porte non si aprono. Non servono. Perché la vera soglia è quella che si attraversa quando si smette di fingere di stare bene.

Carola è nata per le Custodi che amano l’ombra non per perdersi, ma per vedersi meglio. Per chi sente che il buio, a volte, è solo un luogo gentile dove finalmente smettere di recitare.

Resterà vicino, discreta, come una presenza elegante sul bordo della notte… e terrà tra le mani la sua planchette, pronta a ricordarti che ogni domanda autentica è già un inizio.

E quando il tuo sguardo incontrerà il suo, lo saprai:
non stavi cercando un oggetto.
Stavi cercando una compagna silenziosa per le tue verità più delicate.

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Realizzata a mano, volto e arti in porcellana, corpo imbottito in stoffa. Fattura ispirata alle bambole antiche, vintage. Bambola artistica, da Collezione, pezzo unico. 

Altezza circa 40 cm.

Anche la planchette è una mia creazione, in resina ed è un pezzo unico anch'essa...

Con certificato di Autenticità firmato Evelune Art e la sua Memoria dell'Anima.

Non è un giocattolo ma una Bambola Unica da esposizione, per adulti. E' stata creata con estrema cura e amore. E se ora sei qui, molto probabilmente ti ha già scelto.